lunedì, settembre 03, 2007

Thoughts arrive like butterflies. O bisce d'acqua.

Ieri, mentre pescavo, ho visto un biscia d'acqua uscire dal lago quasi sotto i miei piedi e ho spalancato gli occhi. Ho provato meraviglia per come strisciava arrampicadosi tra le frasche umide sotto di me, dopo aver nuotato per decine di metri contorcendosi in una esse infinita. Mi era capitato di vederne un'altra molti anni fa, ne avrò avuti 10 o 11, pescando con mio padre. Spalancai gli occhi alla stessa maniera. Una biscia ha acceso la scintilla. Ho iniziato a pensare a quando ero bambino. Alla scuola elementare, col muro pieno di cartelli con le iniziali degli oggetti raffigurati (ho stampato in mente quello con la I: Imbuto. Sarà merito di Guzzanti?). Al Natale, con le sue recite e i "lavoretti" da portare a casa, ultimi rantoli stentati di una scuola che si ricordava ancora che le mani possono anche fabbricare cose, scampoli infantili d'artigianato artistico. A un pomeriggio di pesca con mio padre a Santa Maria in Selva, in un lago che non esiste più. Ricordo che quel pomeriggio rompemmo una canna, perché ci si chiuse inaspettatamente sopra lo sportello del bagagliaio. Avevamo ancora la Peugeot 405 grigio ghiaccio con lo spoiler o già la Ford Sierra rosso bordeaux? Credo la seconda. C'era un'atmosfera autunnale, almeno così mi pare di ricordare. Ed eravamo soli. Per la cronaca: quella canna, poi, l'abbiamo aggiustata. Ancora la usiamo.
Pensavo a come mi meravigliavo per tutto ciò che mi accadeva attorno. Al desiderio di capire, possibilmente però con poco sforzo. Alle domande che mi facevo e che rimanevano senza risposta. Molte la risposta l'hanno poi trovata e, forse, era meglio non saperla, molte ancora no e, può sembrare strano, mi sembra che ce ne sia sempre più bisogno.
Ho pensato all'incanto e al disincanto. Oggi, inevitabilmente, sono molto più disincantato di allora. Ma, qua e là, ciuffi d'incanto escono ancora fuori dall'asfalto dell'età (la biscia...). Mi sono detto che voglio coltivarli, farli crescere.
Mi sono detto che può anche capitare di essere soli, talvolta, non ci è dato sapere, d'altronde il senso della perdita ha sempre fatto parte del mio DNA, ma che se dovessi perdere del tutto quell'incanto, allora, a quel punto, potrei dirmi davvero morto.

1 commento:

Anonimo ha detto...

leggere l'intero blog, pretty good