lunedì, ottobre 13, 2008
venerdì, settembre 19, 2008
Cinque giorni fa se ne è andato il Pink Floyd più schivo e, forse, sottovalutato: Richard Wright. Ascoltando all'infinito la musica di questa gente sono cresciuto, ho, diciamo così, imparato a suonare qualcosa che non fosse scolastico. Ho imparato (se si può imparare) ad amare la musica che oggi è scolpita nel mio dna, marchiata a fuoco sulla mia pelle, sciolta nel mio sangue. I Pink Floyd mi hanno spalancato le porte del rock e, da lì, ho camminato dentro le sue variegate stanze. Adoro ancora i Pink Floyd, come allora. E, alla notizia della sua dipartita, ho sentito mancare per un po' una piccola parte di ciò che sono. Poi, oggi, li ho riascoltati e ho rivisto il video che ho messo qua sopra. Quella parte di me ancora c'è, è viva e lotta con me. E Wright, forse il Floyd che amo di più per il suo atteggiamento, appunto, schivo, quasi volesse farsi sommergere dalle sue tastiere per non farsi vedere, c'è. E' lì. Nei dischi. In quel muro sonoro su cui Gilmour verniciava come graffiti i suoi assoli, poderosi anche con tre note. Nel suo organo e nel suo piano sempre in bilico tra jazz, sgangheratezza, psichedelia e perfezione. Il suono dei Pink Floyd è, in grandissima parte, il suono di Wright. L'ho sempre detto. Provare a immaginare Echoes senza la sua voce, Dark side of the moon e Wish you were here senza le sue tastiere è impossibile.
Un saluto.
...e di nuovo l'autunno
l'odore dei girasoli
sul finire dell'estate
e la luce che sbiancava
e virava a settembre.
Mi ricordo le voci del pensiero
sottomesse al suo arrivo
come l'acqua alla forma dell'intorno.
E viene un vento
un bacio
come un respiro d'infinito.
Mi ricordo di foglie non più verdi
e del loro ritorno
a baciare la terra.
Come una stella
dal cielo
alla sua pelle
alle mie labbra.
E le sue labbra
socchiuse
morbide di rosso.
Nel ventre
le sabbie dei deserti
oasi
piogge
nevi
e altipiani d'oriente.
Dalle mie colline infinite
all'oceano del tutto
un volo
un passo
un bacio ancora
mi ricordo.
E fissare il mare
come si fissa la malinconia
come si fissa una donna nuda
come si parla con parole mute e sottili
all'amore con l'amore
fissare l'orizzonte dove la frontiera
è un battito di ciglia
come si fissa il passato
e il volo del gabbiano
che dal passato torna
a sprezzare le mie vele immaginarie
e le onde
fissare la memoria
come si fissa un amore
che per mille anni ha donato le sue rose
e il suo corpo risplende di luce di luna
come le colline di questi luoghi d'infinito
che generazioni di uomini hanno plasmato
ad uso di figli benedetti dal lavoro
anime contadine, falchi, fagiani e storni
vento sibillino, freddo di neve
e di preghiere millenarie per gettare via l'inverno
e poi la primavera e l'amore finito
e l'amore ritrovato
la musica
la spiaggia vuota dove saranno approdati
popoli migranti
dove si saranno fermati
popoli di amanti
tutti a succhiare vita
e i miei occhi sempre troppo lucidi
ma che sanno guardare
si sanno dissetare
si sanno innamorare
sanno quando schiudersi
sabato, agosto 09, 2008
lunedì, luglio 14, 2008
venerdì, giugno 06, 2008
Genova mia città intera. Genova città pulita. Genova nera e bianca. Genova mio rimario. Genova in comitiva. Genova di limone. Genova grigia e celeste. Genova tutta tetto. Genova che mi struggi. Genova illividita. Genova d'uomini destri. | Genova tutta cantiere. Genova di torri bianche. Genova di mala voce. Genova nome barbaro. Genova di sentina. Genova di tramontana. Genova di luci ladre. Genova di Soziglia. Genova di Caricamento. Genova tutta colore. Genova di Barile. | Genova di Corso Oddone. Genova che non mi lascia. Genova quarta corda. Genova mio pettorale. Genova di mio fratello. Genova di mia sorella. Genova di Sottoripa. Genova di coltello. Genova di Raibetta. Genova che non si dice. Genova di "Paolo & Lele". | Genova di caserma. Genova d'argento e stagno. Genova di grige mura. Genova di cose trite. Genova che si riscatta. Genova della mia Rina. Genova sempre nuova. Genova palpitante. Genova dell'Acquaverde. Genova di lamenti. Genova della Spezia. Genova di tutta la vita. Giorgio Caproni |
- Trieste
- (da Trieste e una donna, 1910-12)
- Ho attraversata tutta la città.
- Poi ho salita un'erta,
- popolosa in principio, in là deserta,
- chiusa da un muricciolo:
- un cantuccio in cui solo
- siedo; e mi pare che dove esso termina
- termini la città.
- Trieste ha una scontrosa
- grazia. Se piace,
- è come un ragazzaccio aspro e vorace,
- con gli occhi azzurri e mani troppo grandi
- per regalare un fiore;
- come un amore
- con gelosia.
- Da quest'erta ogni chiesa, ogni sua via
- scopro, se mena all'ingombrata spiaggia,
- o alla collina cui, sulla sassosa
- cima, una casa, l'ultima, s'aggrappa.
- Intorno
- circola ad ogni cosa
- un'aria strana, un'aria tormentosa,
- l'aria natia.
- La mia città che in ogni parte è viva,
- ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita
- pensosa e schiva.
venerdì, maggio 23, 2008
venerdì, maggio 16, 2008
Una donna un volto
segnato dal passo marziale dei cucchiaini
in un caffè
siede
sorridendo (burlando(si) il (del) suo stesso sorriso) ad un conoscente
Oh dama di corte!
A cosa rivolgi lo sguardo del tuo cervello?
Quale cadavere in decomposizione
galleggia nella tua tazza di tè?
E nei tuoi gesti lenti?
I tuoi occhi parlano.
giovedì, maggio 15, 2008
Aggrapparsi graffiando
le pareti del tempo
e raccogliere ogni goccia
di umore del mondo.
Tirare sassi all'aria
nel mezzo di un meriggio pallido.
Candido il colore delle tue vesti
come dell'alba inoltrata
già calda di splendore.
E mi sovviene
disteso
un corpo.
sabato, maggio 10, 2008
Tienimi tra le tue pieghe
mentre disfai letti e stagioni.
Tienimi al caldo
di un uno sguardo tenue
di un pensiero
che non ha nome.
Sai?
Il rosso di queste sere
è il mio sangue che disseta la terra.
venerdì, maggio 09, 2008
Avere le mani in grado di prendere
le cose a cui nessuno può arrivare
mani di bimbo
piccole e fredde di sole
avere te che non conosco
che mi cammini nel sangue.
In un buio di sguardi indecisi
sorrisi
e mezze lacrime
avere l'alba da toccare nel letto
e un passo
da portare su strade immacolate
di ghiaia ed estate.
Avere sete
e sudore
da vendere al cielo plumbeo
nero di promesse e tentazioni.
Avere suoni
da gridare
come raggi di tempesta
come grida l'acqua
resta
un pezzo di corpo da leccare
fino a non avere più fame.
mercoledì, maggio 07, 2008
domenica, maggio 04, 2008
Se il mare fosse immobile
lo guarderei distratto da te
che ruggisci in un cuore puro
Ma è grigio d'inverno
e strade
e ferrovia
e pioggia sospesa in un rantolo di cielo
venerdì, aprile 18, 2008
martedì, aprile 15, 2008
domenica, aprile 13, 2008
giovedì, aprile 10, 2008
Dato che Vespa e Mentana si guardano bene dal farci conoscere le fedine penali dei candidati di tutti gli schieramenti, dobbiamo trovarcele da noi. Giusto per sapere chi andremo a votare domenica e lunedì. Eccole: http://www.ilcannocchiale.it/blogs/allegati/FEDINE_PENALI.pdf
martedì, aprile 08, 2008
Per tutto il resto c'è Mastelcard.P.s.: grazie a Michela per la meravigliosa segnalazione.
martedì, aprile 01, 2008
lunedì, marzo 31, 2008
Dal "Messaggero" di oggi:
Gentiloni: "La lettera ai romani è solo propaganda"
San Paolo replica: "Illazioni gravissime. Sporgerò querela."
venerdì, marzo 07, 2008
- Fuori piove e fa freddo.
- Sto ascoltando Rino Gaetano.
- Bellissimo il nuovo disco di Paolo Benvegnù.
- Quello dei Bauhaus, invece, mi fa un po' incazzare perché lo ascolti e senti che fanno il culo a strisce a tutti gli sbarbati che ci sono in giro e cercano di attualizzare la new wave, e proprio per questo ti aspettavi qualcosa di più.
- Martedì inizio a dare lezioni di chitarra. Mi servono soldi per re-iscrivermi all'università perché...
- ...non sono riusito a finire la tesi per la sessione di aprile.
- Mi sono stancato di dare del Lei alla mia relatrice. Ci conosciamo da così tanto tempo ed è una donna così in gamba e confidenziale che mi sento ridicolo, ma al contempo so di essere ancora uno studente quindi non riesco a darle del tu. E' una sorta di atavico rispetto per il ruolo che ricopre. Glielo dirò.
- La campagna elettorale mi ha nauseato prima di cominciare e manca più di un mese alle elezioni. Chi vince vince tanto, gira gira, sono sempre loro. (Voglio fondare un partito: Orgoglio Qualunquista)
- Tra marzo e maggio la mia terra mi sembra più verde dell'Irlanda. Non mi annoio mai a vederla respirare coi cambi di stagione.
- Mi sono reso conto che il nome di molte persone che per me sono particolarmente importanti comincia per M come il mio. Si può definirla una sorta di vanità, questa?
lunedì, marzo 03, 2008
domenica, febbraio 24, 2008
"Italia rialzati!": è una minaccia?
"Si può fare!": ma anche no...
giovedì, gennaio 31, 2008
uno e trino
venerdì, gennaio 25, 2008
Cliente: "Prodi è cascatu!"
Barista (donna): "S'è fattu male?"
No, per dire l'interesse...
martedì, gennaio 22, 2008
Marco Travaglio - Giustizia Italiana
mercoledì, gennaio 16, 2008
Hanno arrestato l'UDEUR!
Ricevo e pubblico una lettera di Marco Travaglio:
"Caro Beppe,
siamo tutti costernati e affranti per quanto sta accadendo al cosiddetto ministro della Giustizia Clemente Mastella e alla sua numerosa famiglia, nonché al suo partito, che poi è la stessa cosa. Costernati, affranti, ma soprattutto increduli per la terribile sorte che sta toccando a tante brave persone. Infatti, oltre alla signora Sandra, presidente del Consiglio regionale della Campania, sono finiti agli arresti il consuocero Carlo Camilleri, già segretario provinciale Udeur; gli assessori regionali campani dell’Udeur Luigi Nocera (Ambiente) e Andrea Abbamonte (Personale); il sindaco di Benevento dell’Udeur, Fausto Pepe, e il capogruppo Udeur alla Regione, Fernando Errico, e il consigliere regionale dell’Udeur Nicola Ferraro e altri venti amministratori dell’Udeur. In pratica, hanno arrestato l’Udeur (un mese fa era finito ai domiciliari l’unico sottosegretario dell’Udeur, Marco Verzaschi, per lo scandalo delle Asl a Roma, mentre un altro consigliere regionale campano, Angelo Brancaccio, era finito in galera prima dell’estate quando era ancora nei Ds, ma appena uscito di galera era entrato nell’Udeur per meriti penali). Mastella, ancora a piede libero, è indagato a Catanzaro nell’inchiesta "Why Not" avviata da Luigi De Magistris e avocata dal procuratore generale non appena aveva raggiunto Mastella, che intanto non solo non si era dimesso, ma aveva chiesto al Csm di levargli dai piedi De Magistris. S’è dimesso invece oggi, Mastella, ma per qualche minuto appena: poi Prodi gli ha respinto le dimissioni, lasciandolo al suo posto che – pare incredibile – ma è sempre quello di MINISTRO DELLA GIUSTIZIA. La sua signora, invece, non s’è dimessa (a Napoli, di questi tempi, c’è perfino il rischio che le dimissioni di un politico vengano accolte): dunque, par di capire, dirigerà il Consiglio regionale dai domiciliari, cioè dal salotto della villa di Ceppaloni.
Al momento nessuno sa nulla delle accuse che vengono mosse a lei e agli altri 29 arrestati. Ma l’intero Parlamento – con l’eccezione, mi pare, di Di Pietro e dei Comunisti Italiani – s’è stretto intorno al suo uomo più rappresentativo, tributandogli applausi scroscianti e standing ovation mentre insultava i giudici con parole eversive, che sarebbero parse eccessive anche a Craxi, ma non a Berlusconi: insomma la casta (sempre più simile a una cosca) ha già deciso che le accuse - che nessuno conosce - sono infondate e gli arrestati sono tutti innocenti. A prescindere. Un golpetto bianco, anzi nero, nerissimo, in diretta tv.
Nessuno, tranne Alfredo Mantovano di An, s’è domandato come facesse il ministro della Giustizia a sapere che sua moglie sarebbe stata arrestata e a presentarsi a metà mattina alla Camera con un bel discorso scritto, con tanto di citazioni di Fedro: insomma, com’è che gli arresti vengono annunciati ore prima di essere eseguiti? E perché gli arrestandi non sono stati prelevati all’alba, per evitare il rischio che qualcuno si desse alla fuga? Anche stavolta, la fuga di notizie è servita agli indagati, non ai magistrati. E, naturalmente, al cosiddetto ministro.
Il vicepresidente del Csm Nicola Mancino, anziché aprire una pratica a tutela dei giudici aggrediti dal ministro, ha subito assicurato "solidarietà umana" al ministro e ai suoi cari (dobbiamo prepararci al trasferimento dei procuratori e del gip di Santa Maria Capua Vetere, sulla scia di quanto sta accadendo per De Magistris e Forleo?). Il senatore ambidestro Lamberto Dini ha colto l’occasione per denunciare un "fatto sconvolgente: i magistrati se la prendono con le nostre mogli" (la sua, Donatella, avendo fatto fallimento con certe sue società, è stata addirittura condannata a 2 anni e mezzo per bancarotta fraudolenta, pena interamente indultata grazie anche a Mastella). Insomma, è l’ennesimo attacco ai valori della famiglia tradizionale fondata sul matrimonio: dopo l'immunità parlamentare, occorre una bella immunità parentale. Come fa osservare la signora Sandra Lonardo in Mastella dai domiciliari, "questo è l’amaro prezzo che, insieme a mio marito, stiamo pagando per la difesa dei valori cattolici in politica, dei principi di moderazione e tolleranza contro ogni fanatismo ed estremismo". Che aspettano a invitarli a parlare alla Sapienza?." Marco Travaglio
lunedì, gennaio 14, 2008
Non sarai stato perfetto, come nessuno è. Soprattutto nessuno di coloro i quali hanno attraversato in pieno la storia del '900 italiano come hai fatto tu.
Ma oggi, in questo paese allo sbando, di te sento un gran bisogno.