Ci si vede, Claide
Faccio mie le magnifiche parole con cui Sivi (al secolo Massimo Oro, link sulla destra) ti ha descritto e che potrei aver scritto io, data la precisione con cui rappresentano i miei pensieri su di te.
Sapevi non far pesare il Don...
Ciao Clayds!
Non farò quello che in questi momenti racconta di essere stato un tuo amico intimo, come fanno in tanti. Mi piace però ricordarti come l'uomo con il quale si poteva parlare di tutto, dall'informatica, alla musica, allo sport. L'uomo col cappelaccio da gangster che teneva banco per ore sorseggiando il suo brandy e magnificando gli aromi di torba che emanava. Un uomo che sapeva mettersi in gioco, fregandosene di quello che poteva dire la gente. L'uomo che sapeva mischiarsi a noi senza farci pesare o addirittura facendoci, a volte, dimenticare che era un don...Forse per questa tua originalità, per questa tua riluttanza all'omologazione tutti ti hanno voluto bene.
Mi raccomando lassù...quando entri, tieni spavaldamente in testa il cappellaccio ed ordina un brandy... Pago io!
Sivi
Dovendo rigorosamente aggiungere qualcosa di mio, dico che eri (sei...) un uomo di grande cultura e umiltà, due doti incredibilmente rare da trovare in un solo individuo. Tutte le volte che che abbiamo parlato, suonato le canzoni di de André e dei Pink Floyd, cenato in comitiva, mai ti ho sentito "parlare da un pulpito" come, secondo il comune senso delle cose, si addice ad un don. Mai ho avuto la sensazione che cercassi di insegnare qualcosa, e sì che ne avresti avuto tutto il diritto: l'insegnamento più grande.
Il don meno don che si possa immaginare. Per me il più don di tutti.
Tanto prima o poi ti ribecco.
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