Recentemente Piazza Navona, la fontana di Trevi e il Colosseo. Pochi anni fa l'acqua colorata di rosso sempre nella fontana di Trevi. Per andare più indietro nel tempo, nel 1972 non ero ancora nato ma so che fece molto scalpore l'atto vandalico nei confronti della Pietà di Michelangelo, se è vero che si decise che, dopo il restauro, quella incredibile meraviglia sarebbe stata imprigionata dietro un vetro infrangibile.
Tutti indignati, gli italiani. Credo con poche eccezioni.
Per non parlare poi delle manifestazioni "popolari" in cui sappiamo dare il meglio e il peggio di noi contemporaneamente. Ma quando si da il peggio in gruppo si tende facilmente ad autoassolversi. Parlo dei festeggiamenti in occasione dei mondiali 2006, sì, quelli che "abbiamo" vinto battendo la Francia in finale. Ah già, che c'azzecca con l'arte? si dirà.
Bene, all'epoca ero ancora studente di Storia e Conservazione dei Beni Culturali, iniziavo a muovermi per la tesi, avevo entusiasmo, ci stavo dentro insomma. E quando vidi uno striscione rivolto ai cugini francesi con la scritta "ADESSO RIDATECI LA GIOCONDA" m'imbufalii assai pensando che al solito avevamo perso un occasione per star zitti e, contemporaneamente, ne avevamo presa al volo una per fare una bella figura di merda in mondovisione.
Italianissimi.
Tanto da non sapere che la Gioconda è una delle poche opere italiane delle quali proprio non si può discutere la collocazione, dato che, in Francia, la portò con sé il suo autore, tal Leonardo da Vinci, quando vi si trasferì (proto-fuga dei cervelli?). Napoleone, con le sue spoliazioni, non c'entra un beneamato. E poi, vista la condizione dei Beni Culturali nel nostro amato (da chi?) Paese, ne passassero altri cento, di Napoleoni. Lui, quelle opere, le ha esposte, o conservate, al Louvre, mica pizza e fichi. Da noi chissà dove sarebbero oggi, magari ad ammuffire in qualche soffitta di qualche chiesa di campagna semicrollata. Tra l'altro, parlare solo di "furto" da parte di Napoleone (e di chi ne faceva le veci in campo artistico, ovvero il barone Dominique Vivant Denon) è quantomeno un po' fazioso ma non è il caso di aprire l'argomento ché ci vorrebbe mezzo blog. Bisogna poi ricordarsi che più della metà delle opere spoliate sono tornate in patria grazie ad Antonio Canova (ché di queste cose allora se ne occupava lui, mica Bondi).
Italianissimi e indignatissimi.
Poi negli ultimi anni i restauri calano del 50%, nel 2011 vengono tagliati 2,4 miliardi di euro al Ministero dei Beni Culturali e si preannuncia un altro taglio di 2 miliardi (http://www.fondoambiente.it/Attivita-FAI/marco-magnifico-al-programma-caterpillar.asp). I muri di Pompei crollano e anche un sacco di altri luoghi sconosciuti ai più non si sentono tanto bene (http://www.iluoghidelcuore.it).
E l'indignazione s'è persa per strada.
Quando i vandali sono solo dei cretini, dei mezzi folli o degli pseudo artisti (?!?), citando Marco Paolini, l'indignazione arriva come l'orgasmo: dura un attimo e poi viene sonno. Chi ci salverà, invece, dai vandali e dai ladri in giacca, cravatta e colletto bianco? Dai vandali dal vandalismo inesorabile come una tortura cinese? Quelli che si vantano che il turismo quest'anno è andato benissimo ma non dicono che la Germania ha avuto più turismo culturale di noi? Che Dio solo sa quanta moneta sonante avremmo potuto e potremmo far tintinnare tutelando un po' di più il territorio, la nostra più grande, magnifica, insostituibile, meravigliosa ricchezza quotidianamente stuprata. Un po' ci pensa il FAI, Fondo Ambiente Italiano, un po' (per un po') possiamo pensarci noi, mandando un sms del costo di 2 euro al 45506.
D'altronde è roba nostra, italiani, sono i gioielli di famiglia: teniamoli bene.